domenica 10 gennaio 2010

Nelle Marche lungo la Via dei pastori e dei pellegrini



Un tempo era la via dei pastori e dei pellegrini, quando ancora la pastorizia da queste parti era una risorsa e i pellegrinaggi un’abitudine cari agli abitanti del posto. Oggi i tempi sono cambiati, ma l’antico cammino che da Visso corre fino al Santuario di Macereto mantiene invariato il suo fascino.
Il percorso ha inizio a Visso, uno dei cento borghi più belli d’italia, poco lontano dal confine tra Marche e Umbria, e si snoda in un tratto dell’antica Via di Macerata e Laureta.
Visso sembra un paese d’altri tempi. Il terremoto del 1997, che ha sconvolto l’entroterra umbro-marchigiano, qui non ha lasciato segni. O meglio, le crepe e le devastazioni sono state cancellate dalle case grazie a una sapiente ricostruzione che ha cercato di ricostruire il paese così com’era. E il risultato fa un certo effetto, a cominciare dalla Piazza dei Martiri Vissani, il punto nevralgico del borgo, sul quale si affaccia la Colleggiata di Santa Maria, un’imponente costruzione in stile romanico-gotico risalente al XII secolo. Poco distante dall’edificio religioso è situato il museo della Chiesa di Sant’Agostino, mentre dall’altra parte della piazza è custodita una raccolta di manoscritti di Giacomo Leopardi.
Abbandonata Visso, l’antica via dei Pellegrini e dei pastori sale lungo il versante ovest del Monte Careschio per arrivare, dopo una camminata di circa dieci chilometri, all’altopiano di Macereto.
Un tempo era questa la strada utilizzata per la transumanza, il trasporto delle bestie, in prevalenza ovini, dalla maremma fino ai pascoli montani, d’estate. Qui son passati greggi e pastori, a piedi prima e su motociclette nel dopoguerra, fino ai giorni nostri, quando la transumanza non è diventata un affare di automobile e autotreni per il trasporto del bestiame.

L’altopiano di Macereto comunica un senso di eternità. Il silenzio la fa da padrone, e gli unici rumori che vi si sentono sono quello delle greggi al pascolo e quello della brezza che soffia sempre, anche d’estate. D’altronde l’altopiano si trova a circa 1000 metri sul livello del mare, come denuncia anche la vegetazione brulla che lo arricchisce.
L’antico santuario della Madonna di Macereto si trova al termine di una lunga strada asfaltata che si snoda su tutto l’altipiano, racchiuso entro una cerchia muraria e custodito da un fitto bosco di pini. Realizzato nel XVI secolo, l’edificio si erge maestoso e custodisce al suo interno anche opere di un certo prestigio, attribuite a Simone De Magistris. Su tutte spicca però la Madonna Miracolosa, che secondo la tradizione giunse nel santuario il 12 agosto 1359. Si narra che a portarla furono dei muli, i quali, arrivati nel prato ove sorge il santuario, smisero di camminare e non vollero più proseguire.
La camminata lungo al via dei pastori termina nella vicina Cupi, a pochi km dal santuario.
Il borgo montano, di origine medievale, è un piccolo agglomerato di case in pietra, dall’aspetto solido, oggi quasi disabitato. Tuttavia questo è forse uno dei pochissimi posti nella zona dove è ancora possibile incontrare i “pastorelli”, che continuano a produrre i formaggi secondo la vecchie tradizione. Come Beniamino, che da anni mantiene in vita le regole secolari tramandate di generazione in generazione per la produzione dei suoi ottimi formaggi, testimone orgoglioso di una storia d’altri tempi.

Lunghezza: km 12,1
Dislivello complessivo in salita: m 800
Dislivello complessivo in discesa: m 432
Tempo di percorrenza: 4 h 20'


trans.gifAltre informazioni su: www.sibillini.net

1 commento:

  1. Un itinerario senz'altro molto suggestivo,soprattutto all'altezza di macereto.Inoltre a Cupi ho avuto modo di assaggiare specialità del luogo,come ad esempio il formaggio prodotto dagli allevatori della zona.Da provare!!!!

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